La lettera di referenze – che cos’è e cosa va scritto

La Lettera di referenze è una lettera, appunto, scritta dall’ex datore di lavoro che diventa quindi il referente. Egli dimostra, tramite questo documento scritto, di essersi trovato molto bene con quel determinato lavoratore e quindi certifica che si tratti di una persona affidabile, dotata di esperienza, facendone così una sorta di lode, di descrizione sicuramente positiva, con cui il candidato potrà poi avere un vantaggio nelle successive selezioni che affronterà.
È possibile infatti inviare la lettera in questione direttamente insieme al proprio curriculum vitae e c’è addirittura chi la inserisce proprio all’interno del file del curriculum. In realtà l’ideale sarebbe inserirla come allegato differente, nella mail che si inoltrerà per candidarsi a un nuovo annuncio di lavoro. In alternativa però, se si vuole inserire la lettera nel cv, sarà meglio realizzare una sezione apposita. Di seguito una guida utile per capire di che cosa si tratti esattamente, quali sono le caratteristiche della lettera di referenze, ma soprattutto come deve essere scritta.


La lettera di referenze: di che cosa si tratta esattamente

La lettera di referenze non viene scritta dal candidato, ma direttamente dal suo ex datore di lavoro. Si tratta infatti di una lettera dove quest’ultimo certifica le abilità che il candidato presenta, ma non solo. Dimostra anche che nel tempo in cui ha lavorato per la sua azienda, ha riscontrato delle doti positive e ha mostrato grandi capacità.

È possibile ottenere una lettera del genere anche se non si hanno mai avuto delle occasioni lavorative, perché si è ancora alle prime esperienze. In questo caso, si dovrà chiedere ai propri insegnanti oppure professori universitari, se possono redigere il documento in questione, magari sottolineando la serietà della persona, ma anche il suo impegno e la sua elevata preparazione.
Questo però non è tutto, anche perché la lettera può essere un documento “a sé”, che si ottiene singolarmente e che si conserva fino a quando non viene richiesta da qualche nuovo datore di lavoro, o può essere anche un file da inserire proprio all’interno del proprio curriculum vitae.
In questo caso sarebbe opportuno realizzare un’apposita sezione del curriculum dove si inseriscono tutte le referenze.
Oltre a questo, la lettera in questione non è molto usata in Italia, ma viene adoperata in misura maggiore negli Stati stranieri. Da aggiungere poi alle sue caratteristiche anche il fatto che sarebbe opportuno che l’ex datore di lavoro spiegasse anche le motivazioni che hanno spinto a far terminare la collaborazione con quel determinato candidato.
Il documento di referenze è molto importante inoltre, perché può essere un vantaggio significativo per i candidati, nel momento della selezione. In poche parole il suo compito fondamentale è quello di andare a chiarire eventuali dubbi che possono sorgere al recruiter.

Come chiedere una lettera di referenze e a chi

Per chiedere una lettera di referenze basterà semplicemente contattare l’ex datore di lavoro e chiedere di redigere il documento in questione. È infatti un diritto del lavoratore chiedere una lettera del genere.
Se poi sai che il tuo ex capo è molto impegnato e non ha molto tempo a disposizione, allora sarebbe meglio preparare una bozza e poi farla firmare ovviamente dall’ex datore di lavoro, in modo che quest’ultimo non perderà troppo tempo nel redigerne una da zero.
Ovviamente le cose scritte all’interno del documento devono essere veritiere e l’ex capo deve tra l’altro essere d’accordo con tutte le affermazioni indicate nella lettera.
Oltre a questo, inutile chiedere quest’ultima a un vecchio capo con cui non si è rimasti in buoni rapporti. È importante però sapere anche come debba essere scritto un testo del genere e quali caratteristiche debba contenere.

Come va scritta una lettera di referenze e cosa scrivere

La lettera di referenze deve essere scritta su carta intestata aziendale e l’ideale sarebbe dividerla in 3 paragrafi diversi. La struttura infatti dovrebbe essere sempre la seguente:

  • Primo paragrafo: deve contenere la denominazione dell’azienda nella quale si è svolta la precedente esperienza lavorativa, ma anche il ruolo che il lavoratore ha ricoperto quando era dipendente presso quell’impresa, nonché le date di inizio e anche di fine della collaborazione lavorativa.
  • Secondo paragrafo: elogia e descrive tutte le capacità professionali che il lavoratore ha dimostrato di avere, ma anche la sua crescita professionale e tutti gli obiettivi che egli ha avuto modo di raggiungere durante la collaborazione
  • Terzo paragrafo: si inserisce la classica formula di cortesia per concludere la lettera e si indicano anche i propri contatti, qualora il selezionatore dovesse aver bisogno di chiarimenti.

Oltre a questo, si deve ricordare che in una lettera di referenze non dovranno mai mancare i seguenti elementi:

  • dati del datore dell’azienda o del responsabile del reparto in cui si lavorava, o anche del responsabile delle risorse umane
  • indicazione delle attività lavorative svolte dall’ex lavoratore
  • opinioni riguardo lo svolgimento del lavoro da parte del candidato
  • motivi per cui il rapporto lavorativo è terminato
  • contatti azienda
  • tutte le informazioni utili per definire le qualità professionali dell’ex lavoratore
  • firma del datore di lavoro o del responsabile aziendale

Da aggiungere a tutto questo un altro consiglio, che riguarda il fatto di informare, se è possibile, l’ex datore di lavoro della futura posizione lavorativa che si vorrebbe andare a ricoprire. In questo modo, il vecchio capo potrà sottolineare soprattutto i punti di forza e le capacità dell’ex lavoratore che potrebbero interessare in misura maggiore il futuro recruiter. Si può quindi affermare che la lettera di referenze abbia, come si è visto, delle caratteristiche ben precise, che la differenziano da altri documenti utili per la candidatura. In più è molto importante, perché può apportare un vantaggio per il lavoratore e per la sua futura candidatura presso un’altra posizione di lavoro.

Scritto da
Giada Fiordaliso.


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