Cos’è lo Smart working: Esempi e come si inizia a lavorare da remoto

L’espressione “Smart working” è sempre più utilizzata e gli italiani, nonché la gran parte dei lavoratori nel mondo, hanno dovuto sperimentare questa modalità di lavoro particolare, soprattutto a causa della crisi pandemica.

Questo caratteristico modo di lavorare viene anche chiamato “lavoro agile”, parole che sottolineano la sua praticità e i suoi vantaggi, ma non solo. L’aggettivo “smart” invece è dovuto al fatto che l’attività lavorativa si svolge completamente da remoto e tramite l’uso di dispositivi tecnologici. Questi ultimi possono essere PC, ma anche smartphone, Tablet e altri strumenti.

Smart working da Casa

Le caratteristiche appena indicate però non bastano per delineare bene il concetto del lavoro digitale da remoto, anche perché ce ne sono diverse altre. Di seguito una spiegazione a riguardo, con diversi consigli utili per iniziare a lavorare in questo modo, inviando il proprio curriculum vitae e ottenendo risposte vantaggiose.

Smart working: di che cosa si tratta esattamente e le sue caratteristiche

Si chiama “smart working” e ormai è molto conosciuto. Alcuni ne riconoscono i vantaggi, mentre altri ne sottolineano gli aspetti negativi, anche se sembrerebbe che i primi siano di gran lunga più numerosi.

Si parla del cosiddetto “telelavoro” che, come accennato, può essere svolto direttamente da remoto, quindi da lontano, senza che siano necessario recarsi presso la sede di lavoro.

Secondo la definizione precisa dell’espressione, si tratta di una modalità lavorativa che non vincola il lavoratore né dal punto di vista degli orari, né da quello degli spazi. Piuttosto, una caratteristica determinante di questo modo di lavorare è quella di suddividere la propria mansione in più parti, che possono consistere in progetti singoli o in parti di un progetto più grande o fasi, cicli. Al termine di questi step, il dipendente deve inviare o mostrare il risultato ottenuto al datore di lavoro, che lo valuta e lo approva oppure ne richiede delle modifiche.

Sebbene questa sia la modalità di lavoro agile maggiormente seguita, va detto che ci sono anche capi e dipendenti che svolgono lo smart working in modo differente. Per fare un esempio, c’è chi rimane collegato in videocall con l’ufficio o con il datore di lavoro, per diverse ore, in modo che quest’ultimo possa visionare il modo con cui il collaboratore lavora.

Non terminano qui però gli esempi che si possono fare riguardo questa particolare modalità lavorativa.

Gli altri esempi di lavoro agile

Non è un caso che si chiami anche “lavoro agile”: il telelavoro infatti è conosciuto per essere pratico, veloce, ma soprattutto digitale. Tutto si svolge tramite l’uso di mezzi tecnologici e anche se queste caratteristiche sono comuni a tutti i lavoratori che adottano lo smart working, quest’ultimo però si divide in diversi esempi.

Uno è già stato citato: si tratta del lavoratore dipendente che si connette da remoto, cioè direttamente da casa, per collegarsi all’ufficio o con il proprio capo. Quest’ultimo poi può anche stabilire semplicemente delle date di consegna per un certo progetto, che il collaboratore dovrà rispettare.

Proprio quest’ultima modalità però richiama un altro esempio molto diffuso: si tratta della categoria di lavoratori freelance.

Ci sono infatti persone che lavorano in questo modo e fanno parte di categorie diverse. Alcuni individui per esempio scrivono, comunicando con i committenti solo da remoto e inviando loro i lavori in questo modo, oppure altri lavorano in agenzie di comunicazioni digitali, altri vendono la propria consulenza sotto forma di videocall o c’è anche chi lavora nel campo dell’assistenza clienti, svolgendo le sue mansioni solo da casa. In realtà questi sono solo alcuni degli esempi che si possono fare, anche perché ce ne sono tantissimi altri. Si pensi a chi deve rispondere alle mail dei clienti di un’azienda e viene pagato per questa, oppure a chi fa il programmatore di siti internet come libero professionista, a chi lavora nella grafica o chi lavora con il montaggio video, svolgendo il proprio lavoro da remoto.

Considerando tutti questi esempi si può quindi sottolineare quanto sia ampia la definizione di smartworking. Va anche precisato però come l’espressione in questione indichi soprattutto il lavoro subordinato che si svolge da lontano anziché in presenza. Tale connotazione è stata rafforzata durante i vari lockdown che l’Italia ha attraversato, ma non esclude anche le altre definizioni ed esemplificazioni che sono state indicate.

Oltre a questo, può essere molto utile capire come iniziare a lavorare da remoto.

Come iniziare a lavorare da remoto

Per iniziare a lavorare in modalità smart working, si deve prima di tutto sottolineare che il discorso varia a seconda delle tipologie di lavoratori. Se si tratta infatti di dipendenti, la forma del lavoro agile è rara e si è diffusa giusto per il problema della pandemia, per evitare contagi e per cercare di mantenere una certa continuazione con il rapporto lavorativo.

I dipendenti però si trovano a dover seguire la modalità di lavoro stabilita dal proprio capo: in effetti quest’ultimo, per problemi di contagi o per altri motivi può cambiare il tipo di collaborazione e trasformarla da uno svolgimento in presenza a uno da remoto, se ovviamente tale cambiamento è possibile.

Nel caso dei freelance invece e di tutti coloro che non hanno un contratto di dipendenza, ma sono liberi professionisti o lavoratori autonomi, la modalità “smart working” è molto più conosciuta, e non solo perché diffusasi dalla pandemia, ma da sempre.

Per iniziare a trovare un lavoro del genere, prima di tutto si consiglia di scegliere la categoria nella quale si desidera entrare a far parte: è opportuno infatti chiedersi se si vuole lavorare nel campo della scrittura online, della consulenza digitale, dell’assistenza clienti, del marketing digitale o in qualsiasi altro settore.

Una volta scelto quest’ultimo, è opportuno inviare il proprio curriculum vitae alle aziende che lavorano in quel determinato campo oppure ad agenzie, società. I CV possono essere inoltrati sia cercando appositi contatti dai siti aziendali trovati, oppure cercando le parole chiave del lavoro ricercato, digitandole direttamente su Google.

In tal modo appariranno diversi link a siti famosi, che mostreranno una serie di offerte, tra le quali poter scegliere. Si consiglia di leggere bene il post oppure l’annuncio, prima di candidarsi. In più è consigliato inoltrare il Curriculum completo di tutte le proprie referenze ed esperienze, con eventuali altri documenti allegati, se nell’avviso sono richiesti.

In alcuni casi, soprattutto per chi desidera svolgere un lavoro in modalità smart working nel campo della comunicazione sui social o della scrittura digitale, si possono cercare alcuni annunci anche sui canali social, soprattutto all’interno di gruppi Facebook oppure su blog e forum attinenti.

Una volta mandato il Curriculum vitae, si consiglia di non sollecitare i datori di lavoro se non si è ricevuta alcuna risposta. A volte può capitare che quest’ultima non arrivi perché coloro che scrivono l’annuncio hanno ricevuto numerose richieste e non possono rispondere a tutti, o perché semplicemente è un modo per fare capire al candidato che non è stato selezionato.

Oggi sempre più persone cercano un impiego sotto forma di lavoro agile, anche perché in molti lo trovano più comodo, proprio perché non presenta vincoli di orari o di spazio, e molti lo ritengono anche più sicuro.

Come si è visto, la definizione di smart working è ampia, ma si può affermare senza dubbio che si tratti di una forma sempre più ricercata, diffusa e apprezzata.

Scritto da: Giada Fiordaliso

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