Parlami di te: al Colloquio - Esempi di come rispondere

Parlami di te” è la classica frase che viene detta durante un colloquio di lavoro, da colui o colei che deve svolgere le selezioni. In quel momento spetta al candidato saper gestire la risposta e fare in modo di colpire l’interlocutore, al fine di avere molte più probabilità di essere assunto.
La prima fase della selezione è stata svolta e riguardava la scelta del selezionatore del curriculum vitae di quel determinato candidato. La seconda fase però e il suo risultato dipendono esclusivamente dalle risposte del soggetto e dal modo in cui si sa esprimere, ma soprattutto da cosa dirà. Per questo vengono presentate di seguito una serie di esempi utili e di spiegazioni, volte a dare diversi suggerimenti per realizzare una fantastica presentazione di sé colloquio, aumentando la possibilità di successo e di essere chiamati per ricoprire il ruolo per cui ci si è candidati.


Parlami di te: cosa rispondere quando al colloquio viene chiesto così

Quando al colloquio si sente dire dal datore di lavoro o dal selezionatore la frase “parlami di te” significa che si è passata la prima selezione, dove il capo ha avuto modo di scegliere il curriculum vitae di alcuni dei candidati, così da poterli chiamare per il secondo step: il discorso faccia a faccia.

Quando viene richiesto di parlare della propria persona, si deve essere già pronti a rispondere, organizzando un discorso che sia sensato, che segua un filo logico e che sappia costruire per bene la presentazione completa delle proprie esperienze lavorative, ma anche delle soft skills che si possiedono.
In tal caso si parla delle abilità trasversali, cioè tutto ciò che si è appreso tramite l’ambiente sociale e culturale che si sono frequentati nel corso della vita, ma anche tutte quelle capacità che derivano direttamente dalla propria personalità, quindi caratteristiche caratteriali. Sebbene queste siano sicuramente già state citate nel curriculum vitae, è bene sottolineare subito che si è pronti ad adattarsi a qualsiasi situazione, a qualsiasi turno, che si è sempre disponibili, ma soprattutto che si è pronti anche a reggere con molta tenacia anche i casi di forte stress.
In più si dovrà indicare che si è appreso, anche nel corso delle proprie esperienze lavorative, ad organizzarsi per obiettivi e a saperli sviluppare. Il discorso quindi può anche iniziare con la presentazione di tutte queste skills, per far capire subito al datore di lavoro che si è una persona lavoratrice e disposta anche a faticare, per mantenere il proprio ruolo.
Il colloquio però non dovrà vertere solo su questo, ma il candidato nel proprio discorso dovrà anche sapersi gestire nel raccontare le proprie hard skills.

Cos’altro indicare nella propria presentazione orale

Nel momento del colloquio si devono citare anche le proprie capacità concrete, cioè tutte quelle abilità apprese durante il proprio percorso formativo e durante le esperienze di lavoro svolte. Certamente, la propria presentazione non deve essere un elenco identico a quello del curriculum vitae, ma è anche vero che dovrebbe essere una sorta di riassunto.
In effetti si dovranno indicare anche i propri cavalli di battaglia, cioè tutte quelle capacità che il datore di lavoro sta proprio richiedendo al candidato per poter ricoprire quel ruolo. Se ad esempio si tratta di un colloquio per un posto da grafico, è ovvio che il soggetto dovrà indicare tutti i programmi di grafica che conosce, ma anche tutte le hard skills che ha appreso nell’ambito informatico e gli studi che ha svolto nel settore.
Questa può essere considerata sempre come una prima fase della propria presentazione, che comprende l’elenco delle soft skills e anche delle hard skills. Come seconda fase però si devono elencare anche le esperienze lavorative pratiche che si sono già svolte nell’ambito per cui si è deciso di candidarsi.
Per capire meglio, sempre nel caso si volesse ricoprire il ruolo di un grafico, si dovrà indicare dove si è svolto tale ruolo, presso quale azienda e quando, per quanto tempo. In alternativa, se non si possiedono esperienze pregresse da citare, sarà meglio puntare sulla propria formazione e spiegare magari quali stage si sono svolti, sottolineando che questi ultimi hanno permesso di imparare in modo chiaro come si svolge il lavoro.
Si consiglia però di raccontare le proprie esperienze precedenti senza indicare dettagli inutili, che non servono per la selezione o che possono sviare inutilmente il discorso, facendo pensare al datore di lavoro che si cerca quasi di arrampicarsi sugli specchi perché si è a corto di argomenti.
Oltre a questo, l’ideale sarebbe partire dalle esperienze più recenti, per poi andare ad elencare velocemente quelle più significative, avvenute negli anni passati. Non terminano qui però i consigli che possono essere messi in pratica, di fronte alla domanda “parlami di te” del colloquio.

Gli altri consigli per il colloquio

Quando al colloquio il datore di lavoro pronuncia la famosa frase “parlami di te”, il primo consiglio che dovrebbe essere messo in atto è quello di non andare nel panico. È normale che però occorre aspettarsi che tale domanda potrebbe essere pronunciata dal selezionatore, ed è per questo che prima del colloquio, occorre prepararsi il discorso. Più si ha modo di esercitarsi, e più si potrà parlare in modo spedito durante l’incontro, chiamato anche con il termine “interview” in inglese.
Nel momento in cui si inizia a parlare, si deve pensare che l’interlocutore, con una frase del genere, permette al candidato di avere un grande vantaggio. In effetti la situazione è simile a quella che si verifica quando in un’interrogazione o anche ad un esame universitario, viene chiesto di parlare di un argomento a piacere. È ovvio che in tal caso il candidato dovrà iniziare dall’argomento che conosce meglio e sul quale ha avuto modo di prepararsi meglio. Stessa cosa al colloquio: il soggetto dovrà prima di tutto  elencare le sue capacità, soprattutto quelle in cui eccelle di più, che siano però attinenti al ruolo che si vuole ricoprire.
Oltre a questo, di solito il datore di lavoro può anche richiedere al candidato di elencare tre pregi e tre difetti. Se tale domanda non arriva, alla frase “parlami di te” si consiglia di iniziare con i pregi e di parlare solo ed esclusivamente di quelli.
Nello stesso tempo però è opportuno dipingere un quadro realistico della propria personalità. Il consiglio più importante da mettere in pratica infatti è quello di rimanere con i piedi per terra, senza inventarsi skills particolari, con il rischio che poi non si sappia cosa fare, se il datore di lavoro dovesse chiedere di dimostrarle. 


Si precisa tra l’altro che le dichiarazioni false possono essere anche viste come un vero e proprio reato, quindi si deve semplicemente realizzare un discorso logico, che sappia esprimere al meglio i propri punti di forza, ma questi devono essere realmente posseduti.
Un altro esempio di discorso può anche essere quello in cui si inizia a parlare prima delle proprie hard skills, poi si elencano le soft skills. Nelle prime, si indicano anche le esperienze lavorative pregresse. Decidere da cosa partire è a discrezione del candidato, ma non solo.
Un altro consiglio infatti è quello di rileggere bene, prima di svolgere il colloquio, l’annuncio di lavoro al quale è stata inviata la candidatura. La parte che va letta con attenzione è quella dei requisiti. Se infatti i primi elencati corrispondono a delle soft skills, la propria presentazione può iniziare con quelle, mentre in altri casi, con l’elenco di abilità tecniche. Da aggiungere a tutto ciò anche la necessità di valutare con estrema attenzione le informazioni che si riescono a reperire sull’azienda, nonché sui compiti del ruolo ricercato, sulle conoscenze che il candidato dovrebbe avere per ricoprire quella professione e sulle abilità che dovrebbe dimostrare di possedere.
In questo modo, facendo un’analisi precisa, possono venire in mente nuove idee e nuove skills da nominare, al momento dell’interview.
Non terminano qui però le buone considerazioni da fare, prima di preparare un discorso perfetto.


Le altre considerazioni da fare sulla frase “Parlami di te”

Quando viene chiesto di parlare di sé, la prima cosa che si deve fare è quella di apparire sempre preparati e decisi e l’ideale sarebbe esercitarsi a lungo e ad alta voce, già quando si è in casa.
Un altro argomento che però deve essere inserito nella propria presentazione è il cosiddetto “approccio multifocale”, espressione con cui si indicano i vantaggi che possono essere apportati all’azienda, con le proprie capacità. In poche parole, elencandoli, il candidato assicura al recruiter che qualora venisse scelto, ciò sarebbe un’opportunità importante per l’azienda, che trarrebbe beneficio da tale scelta.
Nello stesso tempo però è opportuno mostrare anche un certo “approccio da esterno”, cioè cercare di distinguersi dagli altri candidati, che molto probabilmente elencheranno sempre le hard skills richieste dall’azienda per passare le selezioni. Per differenziarsi sarebbe opportuno mostrarsi anche molto appassionati e interessati a ricoprire il ruolo per cui ci si candida.
Importantissima poi, soprattutto se quest’ultimo dovesse consistere nel ricoprire figure manageriali o simili oppure figure dirigenziali, la necessità di mostrare soprattutto un approccio da “problem solver”, che tra l’altro può essere ben visto anche se l’attività lavorativa sarà diversa da queste citate. Si tratta di saper dimostrare di avere le capacità per risolvere i problemi, sia quelli che possono sopraggiungere in modo improvviso, sia quelli che già possono aver intaccato l’azienda.
Ci sono poi ulteriori considerazioni importanti da non sottovalutare, per comporre una presentazione di livello ottimale. La prima, come accennato, è la motivazione, intesa sia come il voler ottenere quel ruolo per passione, sia però anche come le varie motivazioni che potrebbero aver spinto il candidato a scegliere di inviare il curriculum presso quell’azienda. Dopo il discorso infatti il recruiter potrebbe fare la seguente domanda: “Cosa l’ha spinta a candidarsi qui? Perché proprio qui?” L’ideale sarebbe prevenire tale quesito e dare dei motivi validi già durante la propria presentazione.
La seconda considerazione, simile alla prima è la dedizione che si mette nel lavoro, ma un’altra molto importante è il feeling, cioè la capacità di saper stringere facilmente relazioni interpersonali, quindi adattarsi con l’ambiente di lavoro, con i colleghi, con i clienti. Spesso infatti, se nella presentazione non si dice nulla a riguardo, il selezionatore potrebbe chiedere: “È abituato a lavorare in team?”
Un altro concetto che può essere espresso nel proprio discorso poi riguarda la sfida più difficile che si è affrontata durante le varie esperienze lavorative pregresse. In questo caso infatti il datore di lavoro potrebbe rimanere colpito da tale spiegazione, cosa che eviterebbe la domanda “Qual è stata la sfida più difficile che ritiene di aver affrontato durante le sue esperienze pregresse e perché secondo lei è la più difficile?” Non terminano qui però i consigli importanti da sfruttare per riuscire a realizzare un interview perfetto.

Attenzione al tempo e agli obiettivi del discorso

La frase “Parlami di te” potrebbe generare ansia in una persona che non si è mai preparata il discorso, ma se anche non fosse così, occorre mantenere il sangue freddo e cercare di non farsi spaventare.
Prima di tutto, è necessario usare bene il tempo a disposizione, sia se si è già preparata la presentazione a casa, sia se va improvvisata in quel momento. Di solito un colloquio dura dai 20 ai 45 minuti, ma il recruiter potrebbe anche interrompere il candidato all’improvviso, con il rischio che quest’ultimo non abbia finito di esporre il meglio di sé. Per questo, l’ideale sarebbe indicare tutte le capacità migliori che si hanno, elencandole per prime, senza dilungarsi troppo sui dettagli di ciascuna.
Importantissimi poi gli obiettivi, che non devono essere persi di vista: prima di tutto si deve dimostrare che quello è il lavoro che si vuole, poi si devono porre domande attinenti, intelligenti e le cui risposte non siano già state fornite dal recruiter. Altro scopo però è anche quello di mostrare cordialità e capacità di sapersi relazionare con gli interlocutori in modo deciso, così da colpire il datore di lavoro.
Un altro consiglio che si può sfruttare per prepararsi al meglio il discorso della propria presentazione è quello di rileggere bene il proprio curriculum, soprattutto se quest’ultimo è stato inviato o scritto molto tempo prima, rispetto alla data del colloquio.
Di fondamentale importanza poi il fatto che se nel momento in cui si risponde alla domanda “Parlami di te” si viene interrotti, meglio ovviamente ascoltare con attenzione cosa dice il recruiter senza lamentarsi. Tra l’altro, nel discorso non si deve parlare male di nessuno, soprattutto dei precedenti datori di lavoro. L’ideale sarebbe essere chiari, coerenti e soprattutto sinceri, ma nello stesso tempo educati. Sicuramente, una volta che si sarà preparato il discorso e ripetuto molto, il colloquio andrà bene e in tal modo aumenteranno le probabilità di essere assunti.

Scritto da Giada Fiordaliso.

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